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È importante sottolineare che questa è una guida tecnica. È stata scritta da un marketer, non da un fotografo o un designer.


Il direttore marketing è colui che fa due passi indietro per vedere come il tutto si armonizza: dalla parte finanziaria all'estetica, dai valori alla consistenza del marchio. In teoria, romanticamente, al netto delle distorsioni propagandistiche che creano un bisogno dove non esiste, distruggendo l'animo umano, il cliente paga i nostri servizi nel momento in cui ne ha bisogno e tutto ciò che facciamo deve essere finalizzato all'esperienza dell'utente nel momentum, cioè adatto allo stato di consapevolezza del suo bisogno in cui si trova in quel momento, per aiutarlo a scegliere noi perché abbiamo fatto del nostro meglio per risolvere il problema di cui ora è consapevole.

Ciò significa che il nostro obiettivo principale sarà esplorare le potenzialità, i limiti tecnici e le applicazioni pratiche e come usare l'AI per integrare i visual all'interno del percorso sopra descritto, piuttosto che dettagliare specifiche tecniche creative.

Acquisire la competenza della visione d'insieme è fondamentale nel mondo dell'AI, perché, mentre prima il mondo del lavoro si spostava da una scienza del marketing piuttosto grezza della rivoluzione industriale, fatta di comunicazione di massa in cui grafici, copywriter e tipografi la facevano da padrone, con internet si è arrivati all'iperpersonalizzazione e alla digitalizzazione, facendo diventare re della foresta gli specialisti come programmatori, grafici con Photoshop e media buyer, capaci di fare bene una sola cosa.

Oggi l'aria è cambiata e quei tecnici specialisti verranno in gran parte (diciamo il 99%) sostituiti dall'AI, gestita da chi ha una visione più globale ed è in grado di usare i vari tool di intelligenza artificiale per comporre il mosaico dell'esperienza utente, che cambierà totalmente."

Curare non creare. Imprevedibilità del prompt engineering nella generazione di immagini

Ci sono buone e cattive notizie quando ci avviciniamo alla generazione di immagini attraverso l'IA.

La cattiva notizia? Immagina la generazione di immagini come una macchina da corsa senza pilota. Mentre per i modelli di linguaggio esistono tecniche ben definite, studiate e validate attraverso paper scientifici, per la generazione di immagini non abbiamo quasi controllo e otteniamo risultati imprevedibili.

Questo cosa significa? Significa che"creare" con l'intelligenza artificiale non è esattamente la parola corretta.

Come evidenziato nella National Science Review del 2024, i modelli di diffusione (questa è la definizione tecnica dei modelli che generano immagini) hanno un funzionamento unico attraverso processi stocastici che rendono difficile prevedere con precisione l'output finale, richiedendo al designer di evolvere da creatore a curatore.

"Curare" la considero la parola più adatta , perché con i prompt cercheremo di generare una certa gestualità che è coerente con l'obiettivo che vogliamo raggiungere, questo non significa che non si possa fare arte. Perché il "patchwork" delle nostre scelte potrebbe considerarsi una storia unica e quindi arte, ma creare è tutt'altra cosa, è dare l'esatta forma di ciò che la nostra mente vede attraverso la tecnica. Ad oggi con l'AI non è possibile.

La buona notizia è che non siamo soli in questo viaggio. Una comunità vasta e appassionata condivide costantemente risultati, esperimenti e scoperte. Grazie a questo scambio di conoscenze, stiamo iniziando a vedere l'emergere di alcuni standard nel campo del prompt engineering. E in questa guida, ci concentreremo su alcune delle tecniche più consolidate e promettenti.

Il flusso di lavoro per la creazione di immagini coerenti (Overview)

Una pipeline ben definita aiuta a mantenere coerenza e qualità quando si creano immagini AI per un progetto aziendale. Ecco le fasi principali del flusso di lavoro che approfondiremo:

  1. Kickoff – Definizione del brief creativo e requisiti tecnici (es. formato, dimensioni); impostazione degli obiettivi e della visione iniziale.
  2. Ricerca visiva – Raccolta di ispirazioni tramite mood board, immagini di riferimento e prompt, esplorazione di community online e database di immagini AI.
  3. Produzione con AI – Sviluppo pratico delle immagini attraverso la scelta del modello più adatto usando prompt avanzati strutturati (soggetto, composizione, mood, luce, ecc.), eventualmente con l’ausilio di modelli linguistici (LLM) per ottimizzare i prompt, inpainting per le modifiche dell'immagini.
  4. Distribuzione – Rifinitura finale e adattamento delle immagini generate ai vari utilizzi: outpainting per estendere o ri-inquadrare un’immagine, upscale per aumentarne la risoluzione, esportazione nei formati corretti e compatibili con le diverse piattaforme di destinazione.

Queste fasi garantiscono un approccio organizzato: dal concepire l’idea iniziale fino ad ottenere output utilizzabili in contesti reali (siti web, social media, presentazioni, materiali di marketing, ecc.). Nei prossimi capitoli passeremo in rassegna ciascuna fase in dettaglio, con consigli pratici ed esempi.


Fase 1 - Kickoff (avvio del progetto)

La fase di Kickoff consiste nel raccogliere e definire tutti gli elementi di partenza del progetto di creazione immagini. In pratica è il momento in cui si prepara un brief chiaro per l’AI, analogo a come si farebbe con un grafico o un fotografo umano. Una regola importante è: immagina di commissionare un lavoro a un artista in carne e ossa. Dovresti spiegargli cosa vuoi ottenere in maniera precisa, fornendo anche esempi visivi se li hai. Allo stesso modo, quando “parli” a un modello AI conviene descrivere ciò che vuoi creare come lo descriveresti a un designer, eventualmente mostrando schizzi o immagini di esempio

Elementi fondamentali di un brief: definisci innanzitutto l’obiettivo dell’immagine (cosa deve comunicare o rappresentare) e il contesto d’uso (es. un banner per sito web 16:9, un post quadrato per Instagram, una copertina per report stampato, ecc.). Specifica il tono e stile visivo desiderato in linea con il brand o il messaggio (es. realistico vs. illustrativo, futuristico vs. vintage, minimale vs. dettagliato). Elenca poi eventuali riferimenti visivi: ad esempio,

“vorremmo qualcosa ispirato alle illustrazioni di Alice nel Paese delle Meraviglie”

oppure

“lo stile deve ricordare una fotografia di moda anni ’90”.

Può essere utile includere nel brief immagini di riferimento reali o generate in precedenza, come guida per il risultato atteso.

Requisiti tecnici e formati: un buon brief non trascura i dettagli tecnici sull’output richiesto. Assicurati di indicare le dimensioni o il ratio (rapporto di aspetto) dell’immagine finale. Ad esempio, se ti serve un’immagine orizzontale 16:9 per un video o una presentazione, dovrai generarla con quelle proporzioni per evitare ritagli indesiderati. La maggior parte dei tool consente di specificare il ratio.

Di seguito alcuni ratio comuni e il loro impiego tipico, con questi formati sei in grado di comprire quasi tutti i casi:

  • 1:1 – Formato quadrato (es. post Instagram).
  • 16:9 – Formato panoramico ampio, standard per video HD e banner orizzontali.
  • 9:16 – Formato verticale, usato per story e contenuti mobile a tutto schermo.
  • 4:3 – Formato leggermente rettangolare, tradizionale per fotografie e presentazioni.
  • 2:3 – Formato verticale usato in stampe fotografiche (es. formati poster).

Mi rendo conto che non è assolutamente facile, soprattutto se non hai centinaia di brief compilati in anni di esperienza e così ho creato un prompt che ti aiuta nel processo creativo.

Copia ed incolla il prompt nel LLM che usi di solito, se scegli un modello "Reasoning" tipo Deep Seek R1 o O3-mini, funziona meglio:

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