🔍 È arrivato il vostro briefing giornaliero sull’intelligenza artificiale. In pochi minuti, Marketing Hackers vi guiderà attraverso gli ultimi sviluppi e le sfide emergenti che stanno ridefinendo il panorama tecnologico.

Oggi esploriamo l’impatto dei contenuti “slop” generati dall’AI sull’autenticità del web, le complessità dell’utilizzo dell’AI generativa nel giornalismo e le preoccupazioni sulla sicurezza dei chatbot AI. Inoltre, esaminiamo le controversie legali che coinvolgono Microsoft e Sony Music, e riflettiamo sulla crescente disparità digitale nell’accesso all’AI. Infine, uno sguardo inquietante al futuro della guerra potenziata dall’intelligenza artificiale.

Rimanete sintonizzati per approfondimenti, analisi e spunti di riflessione che vi aiuteranno a navigare in questo panorama in rapida evoluzione e a cogliere le opportunità offerte dall’AI.

L’AI e l’Internet degli "Zombie"

L’ultima ondata di contenuti generati dall’intelligenza artificiale, chiamata “slop”, sta saturando il web e contribuisce alla nascita di un cosiddetto “internet zombie”, dove le connessioni sociali autentiche sono sempre più scarse. Il termine “slop” indica materiale prodotto dall’AI che viene caricato automaticamente online, spesso con l’obiettivo principale di generare entrate pubblicitarie piuttosto che offrire informazioni utili agli utenti. Un recente articolo del The Guardian esplora l’impatto negativo di questa pratica, sottolineando come gli utenti perdano tempo e sforzi nella ricerca di contenuti genuini. L’industria tecnologica e quella pubblicitaria stanno tentando di affrontare questo problema, ma la sfida rimane significativa.

Sicurezza degli AI Chatbot in discussione nel Regno Unito

Uno studio recente dell’AI Safety Institute (AISI) del Regno Unito ha scoperto che i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLMs) utilizzati nei chatbot mostrano notevoli vulnerabilità. L’analisi ha preso in esame cinque LLMs, rivelando che le loro difese possono essere aggirate con facilità tramite i cosiddetti “jailbreaks”, input di testo che provocano risposte dannose, evitabili in teoria dai modelli. Anche se alcuni modelli hanno evidenziato competenze di livello esperto in specifici settori, hanno manifestato limitazioni nei compiti più complessi. Questi risultati emergono in un periodo sensibile, in vista di un imminente vertice globale sull’intelligenza artificiale che tratterà di sicurezza e normativa di questa tecnologia. Per ulteriori dettagli, consulta l’articolo del Guardian.

Microsoft sotto inchiesta dall’UE per IA generativa

La Commissione Europea sta considerando l’imposizione di sanzioni miliardarie a Microsoft per non aver comunicato adeguatamente i rischi degli strumenti di intelligenza artificiale generativa. Questi strumenti, tra cui l’assistente AI di Bing, Copilot, e il generatore di immagini Image Creator by Designer, secondo l’UE, potrebbero compromettere il dibattito civico e i processi elettorali. A Microsoft è stato dato tempo fino al 27 maggio per presentare i documenti necessari. Se l’azienda non rispetterà questa scadenza, potrà essere soggetta a multe fino al 5% del suo fatturato globale annuo. Questa azione segue la recente approvazione, da parte dell’UE, del AI Act, che definisce le procedure di controllo e sanzione per le tecnologie IA considerate a rischio elevato.

Sony Music si Oppone all’Addestramento AI sui Suoi Brani

Sony Music ha avviato azioni legali contro l’uso non autorizzato del suo repertorio musicale per l’addestramento di sistemi di intelligenza artificiale. La casa discografica ha inviato lettere di diffida a più di 700 sviluppatori di AI e piattaforme di streaming musicali in tutto il mondo, proibendo l’uso dei suoi brani per la formazione, lo sviluppo o la commercializzazione di sistemi AI senza un accordo o un compenso. La preoccupazione principale di Sony è che le sue opere, protette dal diritto d’autore, siano utilizzate da aziende tecnologiche senza permesso, spingendola a stabilire una posizione legale chiara per contrastare ogni uso non autorizzato. Inoltre, Sony Music ha chiesto ai servizi di streaming di aggiornare i loro termini di servizio per proteggere artisti e autori dall’uso improprio dei dati per addestramento AI. Per maggiori dettagli, visita il sito di Ars Technica.

La Crisi della Disparità Digitale nell’AI

Esperti evidenziano una crescente disuguaglianza nell’accesso alle tecnologie di intelligenza artificiale. Si sta creando una divisione tra ‘super-apprendenti’ e soggetti marginalizzati, aumentando le disparità sociali e culturali. È necessario padroneggiare l’AI per superare questi divari e promuovere un impegno collettivo per assicurare un accesso libero e aperto all’AI a tutti, potenziando ogni angolo del pianeta e trasformando le sfide in opportunità.

L’AI può migliorare il settore educativo, modificare le vite e superare i divari culturali e tecnologici. Tuttavia, è importante mobilitarsi globalmente per evitare che l’AI diventi uno strumento di divisione invece che di unione e progresso.

Fonte: Towards AI

Conferenza Bellica AI: Uno Sguardo Inquietante al Futuro

Durante la prima conferenza mai tenuta sulla guerra AI, chiamata ‘AI Expo for National Competitiveness’, si è sviluppato un dibattito acceso e a tratti allarmante. L’evento, promosso dalla Special Competitive Studies Project e supportato da Palantir, ha coinvolto esperti del settore militare-industriale, discutendo l’integrazione tra intelligenza artificiale e tecnologia bellica. Alex Karp, CEO di Palantir, ha adottato un atteggiamento aggressivo, favorendo l’uso della violenza e criticando gli attivisti pacifisti, sostenendo la necessità di un approccio militare potenziato dall’intelligenza artificiale.

Tra i relatori, un ricercatore di armi nucleari si è dichiarato il “nuovo Oppenheimer”, segnalando una preoccupante normalizzazione della guerra AI senza un dibattito adeguato sulle implicazioni etiche di questa tecnologia. Quest’atmosfera tetra e la mancanza di riflessione critica hanno lasciato un’impressione negativa sulla conferenza, raffigurando la guerra AI come un avanzamento tecnologico inevitabile, anziché un ambito che merita un’analisi morale ed etica approfondita. Per maggiori dettagli, consultare l’articolo del The Guardian.

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